Per un’ora d’amore

Lo sapevo, lo sapevo e me la ricacciavo nella gola quella voglia di dire a me stessa sei una sciocca, non è modo di farsi trattare, non è questo che merito, che è sempre stata un’altra la grazia che la vita ha usato con me, in certe faccende, mentre quel giorno proprio la vita mi strapazzava senza posa a volermi dimostrare quanto sia facile rimangiarsi l’orgoglio se in palio c’è anche solo un’ora di un amore così.

E così cambia

E così cambia, invecchiando, il modo in cui guardiamo alle cose belle. Penso si chiami malinconia.

Era tutto blu

I tuoi attrezzi. La tua saggezza, il tuo mestiere, la tua indipendenza. Le luci al neon, i muri a strisce bianche e blu. L’odore della benzina, il freddo in inverno, le mutande lunghe, di lana, sotto la tuta blu. Blu. Era tutto blu. Qualsiasi colore per i vestiti, ma basta blu, per carità. Rumori metallici sul piano da lavoro, un telefono che squilla. “Sono quasi le nove, torni che accendo di nuovo sotto il minestrone?” I tuoi attrezzi, la tua gioventù e la tua vecchiaia. La tua vita.

Ho lottato

Ho lottato, lo giuro. Nonostante questo, sono caduta.
Orribile mostro, lotterei ancora contro di te, anche senza speranze, di fronte ai tuoi muscoli lividi e fra i tuoi denti aguzzi.

Mirabile disegno di Gabriele Delfino.

Porticine

Porticine. Fiori. Viottoli in salita. La vita, in breve.

Tutto ritorna

Ed è di nuovo il mare della Romagna. Dopo tanti anni a cercare l’incanto di acque lontane, si torna a ricordarsi di quando si era bambini, con la mamma, il papà, la focaccia e la pesca noce come pasto delle undici, che anche quell’improvviso aumento di appetito era un’esperienza. E non è più il tempo del blu dell’oceano, del bianco dei lidi sottili, dei silenzi sulle coste selvagge, rocciose e sconfinate. Siamo di nuovo sul mare accessibile, dalle spiagge profonde, le file di ombrelloni in posti chiamati “stabilimenti”, gli anziani dalle carni cotte, gli schiamazzi dei piccoli sempre uguali a se stessi, oggi come nei primi Anni ’80. Tutto ritorna. L’odore del pesce fritto a mezzogiorno, gli effluvi oleosi dai tubetti di unguenti al cocco. Mi sono spogliata in questo primo giorno. Ho ripiegato i miei vestiti leggeri sulla sdraio. Ho provato disagio. Oggi come allora, come non succedeva da tanto tempo. Grazie bambini miei per avermi riportata nei luoghi delle mie vacanze acerbe. È tempo di ricucire piccole ferite di vecchia data.

Involucri

Questa è un’opera d’arte. È di Maurizio Cattelan per l’Alzheimer Fest. Mi trasmette tanta tenerezza. Pensando al perpetuo bisogno di rassicurazione di un malato di Alzheimer. Pensando ad Antonia, uno dei personaggi del romanzo a cui sto tanto lavorando. Pensando a quanto questa malattia si presenti in modo buffo e scherzoso – quante volte mi hai già chiesto che ore sono? – per poi trasformare le persone in involucri senza anima.

Non mi dire bugie

Non mi dire bugie. L’amore è qui. L’amore è ora. Non è altrove. Non è domani.

Amore che ti lasci canticchiare

Amore che ti lasci canticchiare sulle spiagge giulive della nostra estate illusa e dorata, che ti importa se già settembre ci attende appena più in là, con la sua scure severa? Tu prosegui, marci inarrestabile, incurante del nostro limite.

Pensieri stellari: magari credi

Vega. Stella a 25 anni luce da noi. 37 volte, dico 37 volte, più luminosa del Sole. Magari tu credi di avere un punto di riferimento, un confine di assolutezza per dire luce, calore, vita. E invece poi scopri che esiste Vega.