Le vite (non) accadute

Certe scene le abbiamo nella testa, ma non vi abbiamo realmente assistito. Siamo così certi di come avrebbero potuto svolgersi, delle espressioni che si sarebbero dipinte sulle facce di chi conosciamo, che abbiamo un film preciso, lì, nella nostra memoria sicura di sé. Io non ero con i miei genitori la sera 13 ottobre 2011. So che faceva ancora un gran caldo e che il giorno dopo un vento potente e una pioggia dirotta avrebbero portato, d’un tratto, l’autunno. Eppure me li immagino loro due, seduti in cucina, a giocare a carte, la finestra ancora piacevolmente aperta. Li vedo mentre mescolano il mazzo e qualcosa, qualcosa di leggero, e di soddisfatto, rimpolpa le loro guance, illumina i loro occhi. Per il giorno dopo era prevista la nascita del loro nipote. Non ero con loro quel 13 ottobre ma li vedo ugualmente, al tavolo, a gongolare per una briscola pregustando il loro personalissimo natale. Il 14 ottobre è nato il mio bambino. Quando sono triste immagino una felicità concessa dalla vita ai miei genitori e mi concedo di rasserenarmi un po’ anche io.