Poi l’estate va

Poi l’estate va. E c’è sempre qualcuno che rimpiange l’odore del mare, l’altezza del sole, la libertà dei corpi. Io osservo l’autunno che entra nelle nostre vite, lo facciamo un po’ tutti, torvi. Di nascosto, gli allungo un po’ del mio pane. Allora lui si accuccia dietro di me, apre la sua sportina di velluto. Con circospezione, mostra ciò che è venuto a portare in dono. Il pudore della pelle sotto una maglietta di cotone, il conforto del fuoco nella prima umidità, il brillare nelle pupille per una nuova idea. Settembre è il peso di una mollezza che si dissolve, lenta, verso un cielo terso. E una nuova e generosa occasione di riparare all’incapacità di assaporare la sensualità della felicità.

Foto di Fabio Vittorelli