Articoli

Ritratto di Francesca

I capelli di Francesca sono lunghi e si arricciano morbidi, verso le punte. Il suo è un biondo naturale, caldo. Quando mi scrive su WhatsApp la vedo in miniatura, nel tondino icona dell’app: è al mare, sorride. Sorride anche durante tutta l’intervista che le faccio, mentre cerco di appoggiarmi lieve sul suo racconto per lasciarlo fluire nella sua dirompente energia. Francesca un giorno è caduta e noi abbiamo pensato al peggio. Francesca si è rialzata, ma era troppo presto. Allora Francesca ha dormito, in attesa di guarire. Ma il suo non è stato un sonno, il suo è stato invece un viaggio straordinario. Francesca è tornata da un posto dove – ne è certa – si sta meglio. Credo che lo abbia fatto anche per portare il suo messaggio a noi che abbiamo adesso, con questa intervista che ci regala molto generosamente, la fortuna e il privilegio di poterlo ascoltare. Non serve essere credenti per lasciarsi coinvolgere, non serve credere, dubitare, ragionare. Occorre soltanto mettersi in ascolto, con la forza dell’intuito. La vita va divorata, mi dice. Il dolore semina frutti inaspettati e l’amore è la nostra sostanza. La morte non è che un passaggio, al temine del quale ci ritroveremo davanti al più sincero degli specchi. Con gratitudine, Elisa.

Ritratto di Maya

Le palpebre le stanno sempre leggermente abbassate. La sua pelle è tersa, bianca, come di latte. Maya lascia che un un po’ d’argento le colori la testa, ai lati. I suoi occhi sono grandi e le sue parole scorrono generose mentre la intervisto, le chiedo, mi incaponisco persino un po’, con viva curiosità, forse un pizzico d’invidia per quella Luce che mi racconta d’aver visto, per quella Luce che ancora ha dentro; per quella Luce che le farà compagnia per sempre. Le mie domande non la imbarazzano, le sue parole sono una dolce cascata. Oso la domanda più intima: “…e allora, Dio? Che idea te ne sei fatta?” Come si ragiona sulla morte, ma soprattutto, come scegli di vivere la tua vita quando hai fatto l’esperienza di arrivare a un passo dalla morte per poi entrare a far parte del numero di quelle persone che sperimenta qualcosa di incredibile sentendo di dover abbandonare il proprio corpo? E che tipo di mamme si diventa, le chiedo, per cercare di carpire qualche buon consiglio. Qual è lo scopo, cos’è il bene, come si vive, sapendo? Un dialogo molto intimo, per il quale ringrazio la mia ospite e che vi invito a seguire senza pregiudizi, gustando la bellezza di chi ci vuole dire siamo e saremo tutti soli con la nostra coscienza.

La mia intervista su Premiato Biscottificio: https://www.youtube.com/watch?v=hJos5C8GovQ