Ed è di nuovo il mare della Romagna. Dopo tanti anni a cercare l’incanto di acque lontane, si torna a ricordarsi di quando si era bambini, con la mamma, il papà, la focaccia e la pesca noce come pasto delle undici, che anche quell’improvviso aumento di appetito era un’esperienza. E non è più il tempo del blu dell’oceano, del bianco dei lidi sottili, dei silenzi sulle coste selvagge, rocciose e sconfinate. Siamo di nuovo sul mare accessibile, dalle spiagge profonde, le file di ombrelloni in posti chiamati “stabilimenti”, gli anziani dalle carni cotte, gli schiamazzi dei piccoli sempre uguali a se stessi, oggi come nei primi Anni ’80. Tutto ritorna. L’odore del pesce fritto a mezzogiorno, gli effluvi oleosi dai tubetti di unguenti al cocco. Mi sono spogliata in questo primo giorno. Ho ripiegato i miei vestiti leggeri sulla sdraio. Ho provato disagio. Oggi come allora, come non succedeva da tanto tempo. Grazie bambini miei per avermi riportata nei luoghi delle mie vacanze acerbe. È tempo di ricucire piccole ferite di vecchia data.