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Crostata tutticuori

Ed ecco la crostata “Bambina mia”. Non contano gli ingredienti, nelle loro dosi, non conta il procedimento, con i suoi trucchi; conta quella voglia di mettere cuori, ovunque. Per lei.

La pasta frolla un po’ graffia

La pasta frolla un po’ graffia. L’avete mai notato? Tu la lavori poco, con le dita, te l’hanno raccomandato sin da piccola: non impastare per molto tempo gli ingredienti, perché il burro si scioglie e lega insieme tutto quanto, il tuorlo e la farina, l’albume con la scorza grattugiata del limone. Lo zucchero.

Eccolo, lui, proprio lui, sì: lo zucchero che non si scioglie, lo zucchero che non deve fondersi con il resto, chiamato a restare così, in forma di granelli, luccicando in mille cristalli che tempestano la superficie del nostro bottino; come la neve, sotto la luce dei lampioni, d’inverno.

Allora tu non maneggi troppo quella piccola palla color oro e sfreghi le dita, le une contro le altre, per liberarti almeno dei pezzi più grossi di impasto, affinché non se ne sciupi una quantità troppo importante, finendo sotto il getto dell’acqua calda.

Avete mai provato a lavarvi le mani dopo aver lavorato gli ingredienti della pasta frolla? Avete saggiato quale piccolo miracolo riesca a compiere il burro, pura morbidezza sulle vostre mani, dopo i minuti, puntuti urti dei granelli di zucchero?

Ma soprattutto, la pasta frolla profuma! Odora di vaniglia e di letizia, promette la festa. Voluttuosa, si lascia prendere a pizzicotti: chi non ne ha mai divorata una buona parte ancora cruda?

Infine, la pasta frolla si lascia far tonda, una forma che assicura sempre un’intima soddisfazione a chi si mette a far dolci.