Ritratto di Ornella
Adoro i buoni propositi per il nuovo anno. Retorica e contro retorica comprese.
Mi piacciono le riflessioni sul cambiamento, sul voler essere migliori. Lo spazio nel quale trovano posto, in questi giorni, il silenzio e la verità. E che importa se in palestra riusciamo ad andarci soltanto per la prova gratuita di gennaio, meglio qualche giorno di energia che nessuno, meglio averci provato ed esserci riusciti anche soltanto per un po’.
Ogni anno, qualcosa cambia in queste ore di ripresa. Confrontiamo le sfide che ci siamo dati con gli anni che abbiamo avuto a disposizione per riuscire, fallire, sconfiggere l’amarezza con un sorriso.
Oggi dedico questo post alle persone che come me si trovano nel “mezzo del cammin di nostra vita”, che per fortuna non corrisponde più ai 35 anni di età ma almeno a un decennio in più.
Confesso di pensare alla maturità con non poche ombre, lo sguardo verso il futuro: una propensione che allontana dai rimpianti, ma che rende tersa l’evidente prospettiva di dover crescere ancora.
Per me c’è solo un modo di togliermi quel po’ di ansia che riesce ad assalirmi alla prospettiva di invecchiare (e che non combatto, anzi, che mi tengo stretta come una voce capace di sussurrare più d’una dritta) ed è quella di tentare un doppio salto e catapultarmi nel pensiero della quarta età. Sorriderà, qualcuno. Ma osservate le persone che sono arrivate oltre gli ottanta, guardate a chi ancora ha modo e voglia di salire su un palco, tenere in mano un pennello, una penna, o sotto i polpastrelli, i tasti di un pianoforte. Non ti metti quei pantaloni di scena se non per passione, perché hai sulle spalle un mestiere, anche se non devi più lavorare per vivere e pulsi di voglia di dire ancora qualcosa o per la gioia di passare un testimone.
Guardo questo video più dolce che malinconico, in cui duettano un cantante giovane e trendy e la voce per me più bella del mondo, quella di Ornella Vanoni. 90 anni e ancora quel timbro, quell’intonazione, il senso solido di parole che scorrono al riparo dall’amnesia. Il passo le traballa, qualcuno la deve accompagnare verso chi le sorreggerà la mano con tenerezza e ammirevole garbo. Le scarpe che non possono più essere eleganti, qualcuno avrà presente l’ironia sopra le righe che ancora questa donna sa mettere nei salotti della TV, ma questa è la classe interpretativa che ormai si porta appresso come un tatuaggio, e che affiora, invincibile.
Se si può invecchiare eppure poter esprimere ancora tutto questo, allora c’è ancora tempo per tutti i nostri buoni propositi. Compreso il diritto di disattenderli.
Sant’Allegria e Buon Anno nuovo a tutti!