Gli altri, nei bar
Mi hanno sempre dato un grande disagio i bar. Nei bar ci si entra per un momento di conforto. Un caffè, un dolce. Poi però ci incontri degli estranei. Con i loro odori e quel modo così diverso dal tuo di far tintinnare il cucchiaino nella tazza. Gli altri strappano la bustina dello zucchero, lasciano granelli bianchi ovunque, sul bancone. Fanno la stessa cosa che fai tu: sorseggiano qualcosa di scuro, lasciano svolazzare le briciole della brioche con il respiro, mentre la mordono. Fanno la stessa cosa che fai tu, ma non ti parlano, non ti sorridono. A volte ti guardano. Allora tu controlli di non aver macchie sul soprabito. Paghi, te ne vai. Dici arrivederci a chi ti ha toccato la mano per ritirare le tue monete, e subito l’ha ritratta; intanto hai già calato gli occhiali scuri, ostili, sul naso.