Sarà che
E quando mi dicono “io Dio lo sento, semplicemente”, penso a quanto possano essere forti le proiezioni della parte più vera di noi, l’aspirazione all’eterno, la profondità interiore. Ma in tutta questa poesia, non posso scorgervi nulla di divino, nulla se non di umano. Sarà che Dio va intuito, più che capito. Sarà che il pensiero di essere sola in questo sconfinato universo mi atterrisce e tarpa le ali di una fantasia che vorrebbe staccarsi da una logica asfittica e pedante. Sarà che non riesco a tralasciare il fatto che parlare con Dio fa bene perché ci obbliga a parlare con noi stessi. E questo ci allinea con spinte e frustrazioni. Ci fa più onesti e in pace. Ed è appagante sentire di avere una propria voce pur fra innumerevoli stelle.